‘Cosa sta succedendo? Credo che sia l'ultimo passaggio di un fenomeno che possiamo chiamare "Innovazione Generata dalle Masse". E ci sono solo tre cose di cui abbiamo bisogno perché questa cosa entri in circolo. Potete immaginarle come tre indicatori di una ruota gigante. Ne fate partire uno, la ruota comincia a girare. E la prima cosa che serve è ... un massa, un gruppo di persone che condividono un interesse comune. Più grande è la massa, più potenziali innovatori ci sono. E' importante, ma di fatto molta gente della folla occupa questi altri ruoli. Creano l'ecosistema da cui emerge l'innovazione. La seconda cosa di cui avete bisogno è la luce. Avete bisogno di chiarezza, completa visibilità di ciò di cui sono più capaci le persone di quella massa, perché è così che si impara ed è così che si prende coscienza del potere di partecipazione. E terzo, ci vuole desiderio. Sapete, l'innovazione è un duro lavoro. E' basata su centinaia di ore di ricerca, di pratica. In assenza di volontà, non succederà niente.’
Lo spiega così Chris Anderson il potere virale dei video nel guidare l’innovazione: https://www.ted.com/talks/chris_anderson_how_web_video_powers_global_innovation/transcript?language=en#t-44000
Era il 2010 e il web era ancora tutto cuccioli, porno e pirateria.
Oggi non c’è brand che non investa almeno in una piattaforma video, ogni giorno Facebook sviluppa oltre 4miliardi di visualizzazioni video e pare proprio che il traffico generato dai video rappresenterà l’80% del traffico internet totale entro il 2018.
Bambini che imparano a ballare guardando Youtube e finiscono per esibirsi alla cerimonia degli Oscar e la lista degli Youtubers che si inventano una professione grazie ai video tutorial si allunga sempre più (https://en.wikipedia.org/wiki/List_of_YouTubers).
C’è una spiegazione data anche dalle neuroscienze, sul perché l’informazione via video sia più efficace, più veloce e perché 1 minuto di video corrisponda a 1.8 milioni di parole. Se ne parla in termini meno divulgativi in questo bel libro di Vittorio Gallese e Michele Guerra, Lo schermo empatico. Cinema e neuroscienze, da poco uscito per Raffaello Cortina (http://www.amazon.it/Lo-schermo-empatico-Cinema-neuroscienze/dp/8860307767) .
E’ qui che si avanza l’ipotesi della ‘simulazione incarnata’ che ci fa immedesimare con quello che avviene sullo schermo, con quello che combina il protagonista di un film. Si tratta di un nuovo modello di percezione per cui il mio sistema motorio si attiva come farebbe nel caso fossi io, e non un personaggio bidimensionale, a sperimentare le situazioni rappresentate nel video. Grazie ai neuroni specchio.
Ed è per questo che ci siamo appassionati fin dall’inizio al ruolo dei neuroni specchio nella riabilitazione e alla loro applicazione nell’ACTION OBSERVATION THERAPY: da quando abbiamo raccontato la nostra esperienza qui http://www.ted.com/talks/roberto_d_angelo_francesca_fedeli_in_our_baby_s_illness_a_life_lesson# ne è passato di tempo, quasi 3 anni, e oggi la soluzione immaginata sta per diventare realtà, con MIRRORABLE http://fightthestroke.org/mirrorable2016/.
Così quando alcuni esperti ci ricordano che ‘gli imprenditori non vanno in giro a fare video o a partecipare a conferenze’, penso che bisognerebbe proprio prescrivergli qualche ora di TED, almeno un’ora al giorno di video per togliere di torno i luoghi comuni che bloccano l’innovazione.
L’effetto a catena più bello generato sino ad oggi grazie ad un banale video di 6’? ispirare una mamma in Cina e metterla in contatto con noi e con una comunità di altri genitori e medici che stanno cercando di aiutare il suo giovane sopravvissuto all’ictus: pare poco?